famiglia patrizia veneziana

Andrea di Robilant, Lucia nel tempo di Napoleone, Corbaccio edizioni, Milano, 2008. Porcedda 1991 = D. Porcedda, Tra Asburgo e Venezia : Stati provinciali e ceti dirigenti nella Contea di Gorizia. L'aristocrazia nel XV e XVI secolo era molto numerosa, un elevato tasso di natalità tra la nobiltà, unito alla professione mercantile (e di mercante-imprenditore) intrapresa da una parte cospicua di questo ceto, comportava un governo aristocratico ampio e dai variegati interessi, in cui i nobili poveri erano una minoranza, mentre numerose erano le vicende di mobilità sociale interne al ceto, i rapidi arricchimenti nei commerci con l'oriente e nelle nuove manifatture impiantate in laguna. Si tratta in tutto di trentun famiglie, ma molte non parteciparono mai alla politica veneziana, mantenendo un titolo meramente onorifico. Affiorano quindi anche i legami deboli, le possibilità che gli attori hanno di proiettarsi al di fuori di un mondo ben conosciuto ma ristretto per cercare nuovi contatti. Barbara, rimasta vedova a ventotto anni, proveniva anche lei dal mondo dell'aristocrazia militare. (a cura di), I religiosi a corte. Questi soggetti nella maggior parte dei casi non sono nobili, anche se alcuni di essi appartengono alla piccola nobiltà. 76 ASUd, Torriani, b. 9 Per orientarsi nella storia complessiva di questo articolato casato arrivato in Friuli dalla Lombardia sul finire del medioevo si può fare riferimento a Torriani di Valsassina in Litta 1851, tavole II-III ; V-IX ; XII. Il titolo era abbreviato, davanti al nome, dalla sigla N.H. (Nobil Homo, assieme alla variante N.D. Nobildonna). Non tutti i membri di una stessa famiglia erano ammessi al patriziato. Chi lo portava recava in sé una porzione di quella sovranità di cui ogni patrizio era partecipe, assieme agli altri membri del suo ceto. Ricerca - Avanzata Parole. Non è un caso che proprio quest’ultimo rimanga per tutta la vita, anche quando gli altri fratelli diventano adulti, l'interlocutore privilegiato in quanto è il primogenito, colui che deve riabilitare il casato e garantirne la discendenza. 42, lettera del 23 luglio 1673. Gorian 2009 = R., Dragogna Matteo, in C. Scalon, C. Griggio, U. Rozzo (a cura di), Nuovo Liruti. Alle origini delle professioni moderne (secoli XVI-XIX), Bologna, 1997, p. 131-144. Ferlan 2009 = C. Ferlan, L'istruzione a Gorizia in età moderna (secoli XVI-XVIII). 78, lettera del 12 ottobre 1651. 53 ASUd, Torriani, b. Diritti patrimoniali e poteri familiari in Italia, Torino, 1998. Bartoli Langeli 2007 = A. Bartoli Langeli, La scrittura come luogo delle differenze, in M. Caffiero, M. I. Venzo (a cura di), Scritture di donne. 36 ASUd, Torriani, b. La flotta genovese, schierata all'ingresso della laguna, aveva bloccato ogni forma di scambio commerciale e le conseguenti entrate in termini di dazi sulle importazioni. 55 Senza però rilievo nelle vicenda dell'incarcerazione perché morto nel 1669. Ago 1992 = R. Ago, Giochi di squadra : uomini e donne nelle famiglie nobili del XVII secolo, in M. A. Visceglia (a cura di), Signori, patrizi, cavalieri in Italia centro-meridionale nell'età moderna, Roma-Bari, 1992, p. 256-264. Problemi di metodo e di ricerca negli universi documentari, in O. Cartaregia, P. De Ferrari (a cura di), Reti della memoria. Giuva 1996 = L. Giuva, Archivi neutri e archivi di genere. XVI-XVIII), in Memoria. Patrizio era il titolo nobiliare spettante ai membri dell'aristocrazia al governo della città di Venezia e della Serenissima. 5 Per le vicende di cui diremo risulta particolarmente centrato : Edelmayer 1999. Una città italiana nell'impero degli Asburgo, Mariano del Friuli, 1999, p. 37-57. Se dunque la dimensione culturale non sembra esigere la partecipazione delle donne – perlomeno di queste donne – in termini di pratica sociale attraverso lo strumento epistolare, qual è l'apporto femminile che emerge dalle centinaia di lettere e che tipo di reti configura ? 29 ASUd, Torriani, b. Calvi - Chabot 1998 = G. Calvi, I. Chabot, Le ricchezze delle donne. XIII-XVIII, Firenze, 1990, p. 329-344. 91, lettera del 14 dicembre 1681. 13 In generale sulla famiglia Malvezzi si veda Fornasini 1927, saggio ripreso più recentemente da Malvezzi Campeggi 1996. I Duodo furono una famiglia patrizia veneziana, annoverata fra le cosiddette Case Nuove.. Famiglia veneziana di lunga data, fu fondata nella parrocchia di Santa Maria Zobenigo.Le sue origini non sono chiare: sarebbe della Slavonia, del Peloponneso o tedesca.Diede dall'XI secolo comandanti agli eserciti e procuratori di San Marco.Fu inclusa nella nobiltà alla serrata del Maggior Consiglio XIII-XVIII, Firenze, 1990. 5In questo quadro si inserisce la famiglia Della Torre o Torriani del ramo di Villalta9. 40La storiografia che recentemente ha indagato sulle reti di relazioni – le Trame sovrapposte di Benedetta Borello, ad esempio86 – ha sottolineato come nel Seicento, quello romano perlomeno, le donne fossero componente irrinunciabile dello scambio sociale e delle relazioni ad esso correlate, tanto che l'ascesa di molte casate trovava supporto nelle reti clientelari instaurate proprio grazie ai rapporti intrattenuti dalle nobildonne. Probabilmente originari della Romagna[1] nei pressi dell'odierna città marchigiana di Fano,[2] arrivarono a Venezia nel 970 e fecero fortuna con attività commerciali e finanziarie. Contrariamente alla nobiltà feudale, infatti, il patriziato a Venezia fondava il proprio potere non sul possesso della terra, ma sulla ricchezza dei commerci con l'Oriente alla base dell'intera economia. 73, lettera del 12 novembre 1630. 91 « [...] sono in tratato con il signor nostro capitanio per per quelli beni di Vippacho che sono sotto il Cragno, ma non so se si agustaremo, per che esso signore li voria a ragion di entrata , è io li vorei dare a ragion di stima, che so saria di mio gran avantagio [...] », BSCGo, Strassoldo-Villanova, b. La lettera è senza firma ma attribuibile a Martino Spagniol. Vedova, sposa il già consuocero Orfeo – unione che non viene registrata né dagli alberi genealogici Torriani né da quelli Strassoldo, richiamando la nostra attenzione sull’inattendibilità a volte dei percorsi di costruzione della memoria83 – ma dopo la morte di questi, nel 1649, Pietro, genero e figliastro84, metterà in discussione i diritti della matrigna che dovrà ricorrere alla famiglia d'origine e a Carlo Della Torre, suo nipote, cui chiederà la protezione dei propri interessi85. 30 « [...] il Capittanio e partito per Viena con Giarllotino qualle e mandato dal publicho per che volliano fare un veschovato a Goricia con un certo laso di un Gollino che e morto [...] ». Ancora, la pratica matrimoniale è per Barbara un altro tassello della rete strumentale alla salvezza di Carlo, un modo per costruire nuove amicizie finalizzate alla sua liberazione. Cova 2009, p. 48-63. 4Da queste faide gli uomini – i capofamiglia e in generale i maschi dei casati – sono intensamente assorbiti. Trebbi 1999 = G. Trebbi, Tra Venezia e gli Asburgo : nobiltà goriziana nobiltà friulana, in S. Cavazza, M. De Grassi (a cura di), Gorizia barocca. 241, (3), brossura editoriale riquadrata. Imizcoz Beunza 2009 = J. M. Imizcoz Beunza, Las rede sociales de las elités. Ben più viva invece è la ricostruzione della vicenda che si trova nelle lettere in cui Barbara chiede conto al genero dell'accadimento episodio così come in quelle in cui lo ragguaglia sugli sviluppi giudiziari successivi, quando egli è latitante. Il capitano è identificabile in Francesco di Stubenberg, mentre « Giarllotino » è probabilmente Ludovico Coronini. 51 Si tratta di una cronaca del collegio redatta dagli stessi gesuiti fra il 1615 e il 1772. In queste pagine ne metterò in luce tre : una politica, in cui l'attrice principale e quasi esclusiva è Barbara, un'altra relativa ai disegni matrimoniali, infine una economica. Luca Vendrame, Eugenio Marin, Di Alvise, di una utopia e di una (piccola) ape: Andrea Battiston, Vincenzo Gobbo, Il castello di Fratta. On the back of the villa there is a park, a former WWF oasis that welcomes school children from Portogruaro’s territory. Una trentunesima famiglia aggregata in quest'occasione è quella dei Cavalli grazie ai servigi offerti alla Repubblica dal condottiero veronese Giacomo Cavalli nel corso del conflitto. Ne è un esempio l'operato dello stesso figlio di Barbara, Lodovico, consigliere di Stato e cameriere segreto dell'imperatore Leopoldo, che sfruttando la propria posizione sarà più volte il tramite delle lettere per il cognato, il quale, dal carcere, non può comunicare liberamente con l'esterno. 12Prima di addentrarci nell’analisi dei legami di Barbara è però importante soffermarci a considerare i luoghi in cui abitualmente risiede, Gorizia e il castello rinascimentale di Dobra in terra asburgica18, entrambi lontani dalla famiglia d'origine, da Graz dove Carlo è rinchiuso, da Lucio che risiede nel castello di Villalta in territorio veneto. Le sopo il sogetto, se bene mi ha fatto intendere che lo tenghi celatto, ma io non lo volutto ora lasciar di raguagliarlielo ; però lo tenghi segreto et sapia che è un buon partito, et la un fratello solo, et molti lo desiderano [...]68. 21 Sulla pratica delle alleanze matrimoniali si vedano Ago 1990, p. 60-61 e 176-180 ; Casanova 1987. 59 ASUd, Torriani, b. Geromet - Alberti 1999 = G. Geromet, R. Alberti, Nobiltà della contea. Tra il Sei e il Settecento si ebbero tre aperture al patriziato, con l'aggregazione di centotrentaquattro famiglie (contributo non indifferente, visto che la nobiltà soffriva da tempo di una grave crisi demografica). Su Matteo Dragogna si veda Gorian 2009. Lo informava di aver sollecitato le semine, ordinato al fattore di acquistare il frumento ; mostrava insomma cognizione dei ritmi e necessità del mondo rurale. The ideal city Alvisopoli was founded in a vast latifundia subsequently reorganized and reclaimed. Anche questa infatti intrattiene rapporti con i mercanti, pur ricorrendo al marito per la determinazione di prezzi e indicazioni sul comportamento da tenere con i « masari ». (Venerii). ASUd, Torriani, b. Per un quadro generale si può consultare Evans 1981. ), Alvisopoli. Zucchiatti 1989 = V. Zucchiatti, Il bando contro Girolamo della Torre, in Ce fastu ?, 65, 1989, p. 59-68. La scrittura epistolare femminile tra archivio e tipografia secoli XV-XVII, Roma, 1999. Infatti un gruppo, gli oligarchi, che raccoglieva le famiglie più ricche, riusciva, anche corrompendo i nobili più poveri, ad escludere i medi e i poveri che non erano al loro servizio, al silenzio. Accanto a questo aspetto politico, tuttavia, la nobiltà veneziana recava un altro carattere peculiare nella propria vocazione mercantile. Due in particolare sono le persone chiamate a sostenere la liberazione di Carlo : i suoi fratelli Germanico ed Ettore, preposito di Passau il primo, ciambellano dell'Imperatore il secondo, figure che per il loro ruolo e la loro mobilità possono operare presso i vari uffici, pur mantenendo stretti rapporti con la famiglia. Pur tenendo conto, infatti, che le fonti a nostra disposizione mostrano una sola forma di epistolarità, quella familiare, sottoposta a regole sicuramente più informali di quelle che presiedono alla corrispondenza verso l’esterno87, i limiti grafici delle missive sono evidenti : frequenti errori ortografici, grammatica scorretta, interpunzione mancante e in generale una la « mise en écriture » non ancora sicura. Alla stessa maniera molti nobili che vivono in terre venete, come i Savorgnan ad esempio, hanno possedimenti nel Goriziano. L'età veneta, Udine, 2009, p. 995-996. In Europa si diffuse l'idea che il commercio e l'industria fossero indegni per l'aristocrazia, un'idea rifiutata dall'aristocrazia veneziana, ma che cambiò comunque la mentalità della nobiltà. Tentativi di riforma furono tentati, ma mai attuati, in particolare Angelo Querini nel 1761 cercò di ridare potere agli organi più collegiali dell'aristocrazia veneziana, mentre nei tardi anni '70 del XVIII secolo Giorgio Pisani e Carlo Contarini, attraverso la formazione di una sorta di "partito nobiliare", tentarono una riforma complessiva. Petrucci 1960 = A. Petrucci, Bini Giuseppe, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, 1960, X, p. 514-516. 6 Sul funzionamento degli Stati provinciali : Caldini 1928 e Caldini 1930. Attraverso l'analisi di una particolare fonte – le lettere femminili conservate nel fondo Della Torre presso l'archivio di Stato di Udine - viene messo in luce il ruolo politico ed economico di alcune nobildonne profondamente coinvolte nelle attività della famiglia ; tra di esse spicca la figura di Barbara Malvezzi Colloredo. 25Un’ulteriore rete di relazioni che servono a Barbara e agli altri familiari per influenzare positivamente l’esito della vicenda giudiziaria del Della Torre è quella che si sviluppa con coloro che hanno competenze giuridiche. 87, lettera del 26 marzo 1679. Barbara si farà carico infatti degli aspetti organizzativi del matrimonio della sorella di Carlo, Paula, consigliando il periodo per le nozze – la quaresima invece del carnevale, per risparmiare sui costi – e proponendo i nomi dei possibili cuochi per il banchetto22, così come, nel caso del battesimo di Lucio, e qui il consiglio avrà un risvolto anche politico ovviamente, suggerendo le persone adatte a ricoprire il ruolo di padrino e madrina23.

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