la notte oscura dei santi

E non bisogna vergognarsi mai di condividere le realtà del cammino di santità,  nelle sue emozioni, nelle sue prove, perché ad un certo punto tutti ci sentiamo incapaci di salire questo monte, così arduo e perseverare fino alla fine dei nostri giorni. In questi anni Madre Teresa ha parole che nessuno avrebbe sospettato in lei: “Dicono che la pena eterna che soffrono le anime nell’inferno è la perdita di Dio… Nella mia anima io sperimento proprio questa terribile pena del dannato, di Dio che non mi ama, di Dio che non sembra Dio, di Dio che sembra in realtà esistere. lettere. Questa aridità non è frutto del peccato, tipica di chi vive nel peccato mortale, ma è un’aridità sperimentata dalle … Questa prova interiore ebbe in Madre Teresa delle caratteristiche particolari, poiché non fu una prova iniziale, una purificazione dell’anima, come è avvenuto in tanti santi, che l’avrebbe portata ad una profonda unione mistica dopo alcuni anni, ma fu invece il suo stato permanente fino alla morte. Ecco perchè non possiamo sapere cosa decide Dio per noi, e non dobbiamo mai sottovalutare nessuno. Dalle dieci piaghe d'Egitto ai dieci miracoli di Gesù, Lezione ai discepoli con Maria Santissima nell'orto della casa di Nazareth, L'unico distintivo dei cristiani (Gv 15,12). L’anima comincia a entrare in questa notte oscura quando Dio la fa uscire dallo stato dei principianti, cioè di coloro che si servono ancora della meditazione nel cammino spirituale, e la trasferisce gradatamente in quello dei proficienti, cioè quella dei contemplativi. Leggendo queste righe, impressiona profondamente pensare che una donna che si dedico’ completamente ai più poveri fra i poveri, che sembrava riconoscere Gesù in tutto quello che faceva, che comunicava Dio da tutti i pori, vivesse in un’oscurità e una desolazione così profonde. 1. La sua fede eroica e salda, la sua fedeltà, il coraggio e la gioia durante questo doloroso e prolungato periodo di prova, fanno risaltare ancor più la sua santità e costituiscono un esempio per tutti noi. è spinta a queste pratiche ed esercizi spirituali dalla consolazione e dal gusto che vi prova, Da appendere alle porte delle Chiese (Is 1,10-18), «Non vi è battesimo che valga, né vi è rito che serva, se non vi è pentimento e volontà di rinunciare al peccato», Introduzione alla preghiera del Padre Nostro, Gesù più grande di Mosè. Non era forse sufficiente che fossi ingannata io sola? Nella vita dei santi si manifesta quella che un grande mistico come san Giovanni della Croce ha chiamato “ notte oscura ”, cioè un’esperienza spirituale difficile e angosciante, in cui si alternano smarrimento, aridità, impotenza, dolore e disperazione; una notte dello spirito e dei sensi attraverso cui l’inferno o il purgatorio dell’anima sono un passaggio obbligato verso il paradiso dell’illuminazione spirituale e della … In lei trovo conforto, perché di questa realtà tutti si vergognano e non ne parlano volentieri, mentre lei a momenti si esprime, è libera e noi non possiamo giudicare, ne’ possiamo misurare la santità in base alla debolezza e alla prova. Ci vuole una certa temerarietà, una grande fiducia, e un grande Amore. Santa Chiara: seguire Dio contro il volere della famiglia, le tentazioni del diavolo, il miracolo eucaristico. La dolorosa notte dell’anima, che iniziò più o meno quando cominciò il suo lavoro con i poveri e che continuò sino alla fine della sua vita, condusse Madre Teresa ad una sempre più profonda unione con Dio. E ciò che la rende più straordinaria ancora è il fatto che fosse capace di vivere tutto questo non un anno o due, ma per quasi 50 anni, nascondendolo allo sguardo degli altri. Gesù, ti prego, perdona le mie bestemmie”. Solo essendo uno di noi ci poteva redimere. Ci viene rivelata così tutta l’eroicità di questa donna minuta, fragile, asciutta, che è venuta alla luce solo dopo la sua morte. L’Arcivescovo, per nostra fortuna, aveva rifiutato di accettare la richiesta di distruggerle di Madre Teresa. Commento document.getElementById("comment").setAttribute( "id", "ac89717bfc9e738eb98f62a046141fa5" );document.getElementById("feb5fac61a").setAttribute( "id", "comment" ); Mi pareva», confesserà, «che i demoni giocassero alla palla con l’anima mia, senza che potessi sottrarmi alle loro mani». […]. Ciononostante, non si scoraggia nelle sue attività, ed e’ capace di scrivere alle sue sorelle: “Mie care figlie, senza sofferenza il nostro lavoro sarebbe solo lavoro sociale, molto buono ed utile, ma non sarebbe l’opera di Gesù Cristo, non parteciperebbe alla redenzione. Aveva paura che, parlando della sua esistenza, potesse richiamare l’attenzione su di se’. Con tale oscurità, ella partecipò alla sete di Gesù, al doloroso ed ardente desiderio di amore di Gesù. Mentre Dio dimostra ogni volta che Lui  insieme al SI della creatura, fa sempre nuove tutte le cose! La notte oscura dei sensi è caratterizzata da un’aridità spirituale prolungata per cui non si sente più il gusto della preghiera e di tante pratiche religiose. Assorbito attraverso insegnamenti e tabù, in obbedienza a leggi puramente umane e psicologiche paure. La stessa cosa capitava all’altra grande carmelitana, Teresa del Bambino Gesù, che ne parla diffusamente nella sua Storia di un’anima: «Nei giorni felici del tempo pasquale», scrive, «Gesù mi fece sentire che esistono veramente delle anime che non hanno la fede, che per abuso delle grazie perdono questo dono prezioso, questa sorgente delle gioie pure e vere. Se avesse dovuto ascoltare i pareri di chi la circondava, per compiere quel  passo che era stato deciso per la sua vita, ne sono certa, l’avrebbero dissuasa! Visse per anni una costante “oscurita’ ”, sentendosi abbandonata da Dio, ma decisa ad “amarLo come non era mai stato amato prima”. E allora pensavo: perché trarre in inganno anche gli altri? Bisogna aver viaggiato in questa cupa galleria per capirne l’oscurità. E’un vizio che si insinua, insieme alla sfiducia, e che nessuno si sogna di correggere: il pregiudizio! La grande Teresa d’Avila, nel pieno della sua attività di riforma del Carmelo, la sperimentò: «Allora», racconta nella Vita, l’autobiografia da lei intitolata “Delle misericordie di Dio”. “Lei sorride sempre, le suore dicono di me alla gente. Sperimenta la vertigine nella tentazione di poter di negare Dio: “Sono stata a punto di dire no… Mi sento come se qualcosa stesse per rompersi in me in qualsiasi momento”. Sente una solitudine impressionante, che sembra far vacillare persino la sua fede: “Signore mio Dio, chi sono io perché Tu mi abbandoni? Il libro rivela anche la sua identificazione con i più poveri dei poveri che ella servì. Grazie a Dio, molte di queste lettere si salvarono grazie al direttore spirituale, che con il suo permesso ne aveva fatto una copia per l’Arcivescovo e futuro Cardinale Trevor Lawrence Picachy. L’intelligenza si offuscava ed io mi trovato avvolta in mille dubbi e ansietà. Che la Verità vi faccia liberi e vi dia la capacità di comprendere i reali segni dei tempi!! A quale prezzo si compie la Volontà di Dio? Questo fatto, il silenzio che osserva su se stessa, rende ancora più bello il fiore della notte di Madre Teresa. Solo Dio giusto Giudice saprà accogliere i frutti di grazia che si elevano ancora oggi dalle anime di  coloro che l’hanno conosciuta personalmente o attraverso le sorelle compagne di cammino e ora sue figlie spirituali, i suoi scritti, le sue opere parlano per lei e come l’hanno ascoltata amata e in lei si sono identificate tante persone per giungere all’incontro con Dio, come lei ha sperato. Madre Teresa attraverso la corrispondenza che ella ebbe con i suoi direttori spirituali e i suoi superiori per circa sessant’anni. E in un’altra occasione dira’: “Il sorriso è una maschera, o uno strato che copre tutto”. Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. Di quell’oscurità interiore che ella sperimentava, mentre tutto il mondo ammirava la sua raggiante gioia, Madre Teresa diede conto solamente ai suoi direttori spirituali, ordinando che poi distruggessero le sue. La notte oscura dei santi 19 Ottobre 2017 Padre Luciano Lotti, teologo, inaugura una nuova rubrica a Bel tempo si spera, dedicata alla notte oscura dei Santi. E intanto diventavo così pessima ai miei occhi da credere che tutti i mali e le eresie che desolavano il mondo fossero un effetto dei miei peccati». Comprese che l’ “oscurità” era il “lato spirituale del suo lavoro”. lo amo Dio nella misura in cui comprendo e amo il fratello…, E al posto di Elisabetta spuntò la Pachamama, Quelle clarisse “pregano troppo”. […] Quando voglio far riposare il mio cuore, affaticato dalle tenebre che lo circondano, il mio tormento diventa più grande per il ricordo del paese luminoso al quale aspiro; ho l’impressione che le tenebre, assumendo la voce dei peccatori, si prendano gioco i me dicendomi: “Tu sogni la luce, una patria avvolta nei più soavi profumi; tu sogni il possesso eterno del Creatore di tutte queste meraviglie; tu credi che un giorno ti libererai dalle nebbie che ti circondano! Persino le persone più vicine a lei non sospettarono nulla di questo tormento interiore della Madre sino alla fine. Condivideva il sentimento di non essere “amata, benvoluta, apprezzata”, che descriveva come la povertà più grande che c’è attualmente nel mondo. Dopo la morte di quest’ultimo, fra le sue lettere si trovarono quelle di Madre Teresa. Chiamo, mi aggrappo, amo però nessuno mi risponde, nessuno a cui afferrarmi, no, nessuno. E in un’altra occasione: “Prega per me, che non rifiuti Dio in quest’ora. Pensano che la parte più intima di me sia piena di fede, di fiducia, d’amore… Se giungessero a sapere che il mio essere gioiosa non e’ altro che un manto con cui copro il mio vuoto e la mia miseria!”. E se anche noi ragionassimo in questa ottica capiremmo che non è il Vangelo a doversi adattare ai nostri tempi, ma che invece tocca a noi a comprendere il vero senso del Suo messaggio. Nella vita dei santi si manifesta quella che un grande mistico come san Giovanni della Croce ha chiamato “notte oscura”, cioè un’esperienza spirituale difficile e angosciante, in cui si alternano smarrimento, aridità, impotenza, dolore e disperazione; una notte dello spirito e dei sensi attraverso cui l’inferno o il purgatorio dell’anima sono un passaggio obbligato verso il paradiso dell’illuminazione spirituale e della perfetta unione d’amore con Dio. Mi pareva di non saper ben capire ciò che accadeva in me, dubitavo che non si trattasse d’altro che di immaginazioni mie. Con il dovuto discernimento, come diceva lei, il Signore sceglie anche quello che nel mondo sembra stolto per renderlo strumento e potenza di Dio. Vedere Dio negli uomini è un discorso bollente ancora oggi ma era la spinta che Dio dettava e che ha fatto crescere i santi. Madre Teresa dell’Eucaristia trova conforto nell’amore delle sorelle, che le fanno sentire tutto il loro amore e la loro fiducia, ma nessuno in realta’ può consolare questo stato interiore, perché è solo Dio che misura nella fedeltà. Tutto questo Egli lo prese su Se Stesso, e lo portò nella notte più scura. A noi è permesso fare lo stesso: tutta la desolazione dei poveri, non solo la loro poverta’ materiale ma anche la loro profonda miseria spirituale devono essere redente e dobbiamo condividerle. Cacciate dal monastero, Piccole Sorelle di Maria parte seconda: LETTERE. Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. Sola, dov’è la mia fede? Persino nel più profondo non c’è nulla, eccetto vuoto e oscurità, mio Dio”. Era il 5 aprile 1896, giorno di Pasqua: la prova sarebbe durata altri 18 mesi, fino alla morte della santa. Non voglio, ma temo di poterlo fare”. «mi dimenticavo le grazie ricevute delle quali mi rimaneva soltanto un ricordo come di un sogno lontano che accresceva la mia pena. Curiosamente, sembra che con l’inizio del servizio ai poveri sia calata su di lei un’oscurità opprimente, una grande prova interiore che la portò persino a dire: “C’è tanta contraddizione nella mia anima: un profondo anelito verso Dio, così profondo da far male, e una sofferenza continua, e con essa la sensazione di non essere amata da Dio, di essere rifiutata, vuota, senza fede, senza amore, senza zelo… Il Cielo non significa nulla per me: mi sembra un luogo vuoto!”. I campi obbligatori sono contrassegnati *. Padre Brian Kolodiejchuk, postulatore della causa di canonizzazione di. Egli permise che la mia anima fosse invasa dalle tenebre più fitte, e che il pensiero del Cielo, così dolce per me, diventasse un argomento di lotta e di tormento… Questa prova non doveva durare solo qualche giorno o qualche settimana, bensì era destinata a durare fino al momento deciso da Dio e… questo momento non è ancora arrivato… Vorrei poter esprimere ciò che sento ma, ahimè, penso che sia impossibile. E che ad ognuno di noi può essere chiesto  quell’estremo atto di amore verso uno o più fratelli, che a gli occhi del mondo, sembra sempre tanto sconveniente. Nella vita dei santi si manifesta quella che un grande mistico come san Giovanni della Croce ha chiamato “ notte oscura ”, cioè un’esperienza spirituale difficile e angosciante, in cui si alternano smarrimento, aridità, impotenza, dolore e disperazione; una notte dello spirito e dei sensi attraverso cui l’inferno o il purgatorio dell’anima sono un passaggio obbligato verso il paradiso dell’illuminazione spirituale e della … I profeti non sono mai stati accetti nella propria casa , addirittura tra la gente che percorre lo stesso cammino, che dovrebbero avere gli stessi sentimenti. Avanti, avanti, rallegrati della morte, che ti dara’ non ciò che speri, ma una notte ancor più profonda, la notte del nulla”». A volte sperimentava le tentazioni più strane nei momenti in cui la tensione spirituale sarebbe dovuta essere più intensa: un giorno, antivigilia della solennità del Corpus Domini, la sua mente si riempì di pensieri frivoli, rimanendo come inceppata, non più padrona di sé: «Mi pareva», confesserà, «che i demoni giocassero alla palla con l’anima mia, senza che potessi sottrarmi alle loro mani». Ma non è il dubbio che la assalta, ma la desolazione della sua anima, simile al grido di Gesù sulla croce: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”. Quando vi risulti difficile, pregate così: “Voglio vivere in questo mondo che è lontano da Dio, che si è allontanato tanto dalla luce di Gesù, per aiutarLo, per caricare su di me una parte della Sua sofferenza”. Padre Brian Kolodiejchuk, postulatore della causa di canonizzazione di Madre Teresa di Calcutta, ha affermato che nel caso di Madre Teresa c´è stata un esperienza ancora più profonda di una prova di fede, si potrebbe parlare di “una prova d´amore”. Gesù desiderava aiutarci condividendo la nostra vita, la nostra solitudine, la nostra agonia e morte. Con la Grazia di Dio riuscì a nascondere tutto questo tormento sotto un sorriso perenne.

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